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A spasso per Procida in un weekend di settembre

di Samantha De Martin
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Una manciata di coriandoli lanciata sul blu da un vento profumato che sa di fichi, salsedine, “lingue” calde crema e limone. Contemplata dal piccolo belvedere di Terra Murata, antico acroterio dell’isola, distesa sul suo basamento di tufo giallo e grigio, Procida sembra sonnecchiare, simile a una piccola perla fragile e austera protesa su un mare vivace.

C’è un motivo se Alphonse de Lamartine elesse questo pugno di case color pastello – abitato intorno al XVI – XV secolo a.C., probabilmente da coloni Micenei – a patria della sua Graziella, se Elsa Morante le affidò l’infanzia e i sogni di Arturo, se Apple e Microsoft usarono la sua coloratissima cartolina per esibire la resa cromatica degli schermi dell’iPhone 6S.

Mentre si prepara ad accogliere il grande evento che la vedrà Capitale italiana della Cultura nel 2022, l’ “isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale” – questo lo slogan con cui si è aggiudicata l’agognato titolo – Procida è la destinazione perfetta per un weekend di relax tra mare, buon cibo e bicicletta.

L’abbiamo visitata nel fine settimana appena trascorso. Ecco i nostri suggerimenti.

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Uno scorcio di Procida | Foto by Nati via Unsplash

Alla scoperta dell’isola in e-bike

La bicicletta elettrica è il mezzo migliore per andare alla scoperta di Procida. Quasi tutti gli alberghi consentono di noleggiarne una (per una giornata o più giorni) per sfrecciare nel dedalo di stradine che si sfilacciano sull’isola, un gomitolo di salite e discese cucite dal basalto.

Le strade che attraversano l’isola sono molto strette e (purtroppo) anche molto trafficate da auto e motorini, perciò fate molta attenzione quando vi spostate a piedi. Per raggiungere il centro o le spiagge più belle potrete anche saltare a bordo di un bus (con capolinea al porto di Marina Grande) che vi permetterà di effettuare numerose fermate intermedie su richiesta.

Una foto dall’alto: un viaggio nel tempo nell’antico borgo di Terra Murata

Dal porto, una salita piuttosto ispida ci conduce verso il borgo medievale di Terra Murata, l’anima più antica e culturale dell’isola. Vale la pena abbarbicarsi fino al belvedere Callìa, una terrazza mozzafiato dove la vista spazia fino al Golfo di Napoli. Poco sotto il belvedere, una foto di Procida dall’alto è d’obbligo, prima di volgere lo sguardo alle fortificazioni medievali, e quindi ai due cannoni a lunga gittata risalenti alla Repubblica napoletana del 1799.

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Veduta dal Santuario di Santa Maria delle Grazie

La storia politica, militare e urbanistica dell’isola riposa invece dietro il cancello di Palazzo d’Avalos, costruito nel 1563 per volere del Cardinale Innico d’Avalos e abitato dall’illuminato Carlo III di Borbone prima di diventare, nel 1830, carcere del Regno e, dopo l’unità d’Italia, carcere di massima sicurezza dello Stato italiano che accolse, tra gli altri, Cesare Rosaroll, Luigi Settembrini, Palmiro Togliatti.

Il complesso Monumentale ospita anche il cortile, la Caserma delle guardie, l’Edificio delle Celle singole, il Padiglione delle Guardie, l’Edificio dei veterani, la Medicheria, la Casa del Direttore, il tenimento agricolo detto la Spianata.

Se sarete fortunati (purtroppo il complesso è aperto solo tre ore al giorno, dalle 10.30 alle 13) avrete modo di respirare la forte tensione emotiva di questo luogo di pena dove, tra le celle e gli androni rinascimentali, le vecchie divise, le scarpe sul pavimento polveroso, le brande arrugginite, le balle di cotone un tempo lavorate nell’opificio, il tempo sembra essersi fermato. Il carcere vecchio chiuse nel 1978, quello nuovo venne definitivamente abbandonato nel 1988.

Pranzo alla Corricella

Un intreccio di cupole, archi, finestre, facciate dalle inconfondibili tinte pastello ci guida verso Marina Corricella, il borgo marinaro più antico dell’isola. Questo romantico anfiteatro sul mare è raggiungibile solo in barca o attraverso quattro gradinate che disegnano differenti itinerari. Scegliete uno dei tanti ristoranti caratteristici per concedervi un pranzo in totale relax in un’atmosfera vivace.

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La Corricella vista dal mare | Foto: Samantha De Martin

Bagno alla Spiaggia del Postino (con una raccomandazione)

Romantica e rilassante, la Spiaggia del Pozzo Vecchio è famosa per aver visto sbocciare l’amore cinematografico tra Mario (Massimo Troisi) e la bella Beatrice (Mariagrazia Cucinotta), nel capolavoro diretto nel 1994 da Michael Radford. Questa mezzaluna di sabbia scura sul versante occidentale di Procida è senza dubbio una delle più belle e tranquille dell’isola. Se siete amanti della tintarella vi consigliamo tuttavia di recarvi in tarda mattinata perché al mattino presto la spiaggia è ancora in ombra.

Potrete raggiungerla scendendo lungo la strada che costeggia il cimitero. La maggior parte della spiaggia è libera, mentre un piccolo lido mette a disposizione un bar per gustare un drink o fare, al mattino, una buona colazione.

La spiaggia di Chiaia

Dal borgo della Corricella la spiaggia di Chiaia dista 15 minuti a piedi (inclusi 186 gradini). Incastonata tra Punta Pizzaco e Punta dei Monaci, questa lingua di sabbia, poco assolata nelle ore pomeridiane, è protetta da una baia che la ripara dal maestrale.

Da questo suggestivo angolo di Procida, dominato dall’antico castello e protetto da pareti tufacee scolpite dal vento, è possibile fotografare il porticciolo della Corricella con le sue inconfondibili casette colorate, un altro caratteristico scorcio dell’isola.

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L’isola dalla spiaggia di Chiaia | Foto di Samantha De Martin

Cena a Procida (via mare) al ristorante La Conchiglia

Alle 20 in punto, dal piccolo molo di Marina Corricella, il servizio barca messo a disposizione da La Conchiglia, accompagna gli ospiti, attraverso una romantica navigazione di pochi minuti, in questo caratteristico ristorante di pesce raggiungibile solo via mare o percorrendo una lunga scalinata.

Basta farsi riservare un tavolo per gustare le specialità a base di pesce che cambiano quasi tutti i giorni a seconda del pescato.

Giro di Procida in barca

Il modo migliore per cogliere le mille sfumature dell’isola (e gli angoli più inaccessibili) è esplorarla dal mare, prenotando un giro in barca in uno degli stand al porto o a Marina Corricella. Quando il mozzo si stacca dal molo, allontanandosi dalle casette multicolori, Procida appare tutta intera, simile a un acquerello. Puntiamo alla volta della Spiaggia della Chiaiolella, il “vero” nome è Ciracciello, il litorale più lungo e frequentato dell’isola, compreso, con i suoi fondali bassi, tra Punta Serra e il promontorio di Santa Margherita Vecchia. A dividere questa spiaggia da quella, più grande, di Ciraccio sono due caratteristici faraglioni tufacei, formatisi in seguito ad una frana del costone roccioso che in origine separava le due spiagge.

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I colori di Procida di notte | Foto di Samantha De Martin

Da qui, è possibile godere di un panorama unico sull’Isolotto di Vivara, riserva naturale, e sulla non lontana isola d’Ischia.

Selvaggia e incontaminata, Vivara è un’oasi naturalistica protetta dal 1974 e, dal 2002, riserva naturale dello Stato. In quanto proprietà privata, è purtroppo chiusa al pubblico.

Oggi l’isolotto – che ci dicono accolga importanti ritrovamenti archeologici di origine micenea – è collegato al promontorio di Santa Margherita (Marina Chiaiolella) da un brutto ponte, culminante in un cancello chiuso, transitabile solo a piedi e raggiungibile anche dal resto dell’isola.

L’unico edificio presente a Vivara è la dimora voluta dal Duca De Guevara nel 1681 che divenne “Casino di Caccia Borbonico” contiguo alla Casa Colonica.

Dove abbiamo dormito

Una passeggiata di circa mezz’ora ci accompagna dal porto dell’isola al Calacala Rooms & Farm Experience, una graziosa struttura ricettiva immersa in un giardino con alberi da frutto.

I punti di forza di questa struttura caratterizzata da camere ampie e silenziose sono la vicinanza alla Spiaggia del Postino (dieci minuti a piedi), la tranquillità che si assapora sulla terrazza, l’accoglienza riservata dalla signora Carolina e l’abbondante colazione a base di frutta del giardino, di dolci fatti in casa e di piccoli stuzzichini salati.

Cosa non ci è piaciuto dell’isola

Procida è una perla vivace sospesa sul mare. La sua superficie piuttosto piccola consentirebbe di spostarsi da un lato all’altro dell’isola in una quarantina di minuti, a piedi o in bicicletta. Eppure l’eccessiva quantità di macchine in giro disturba. Purtroppo non sempre è possibile passeggiare in tranquillità considerato il via vai di autobus, motorini che sfrecciano da un capo all’altro dell’isola impedendo di godere a pieno dell’atmosfera isolana. Palazzo d’Avalos, polo culturale e fulcro delle manifestazioni di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, è aperto solo la mattina, un arco di tempo troppo piccolo per poterlo visitare.

Mancano ancora alcuni mesi alla grande kermesse, in occasione della quale, la piccola isola di Arturo e di Graziella, che incantò poeti e registi, ne siamo convinti, stupirà con il suo profumo di fichi e gelsomino, il mare vivace e le sue falesie fragili che la sorreggono, con il suo ampio vestito a colori, verso un cielo di stelle.

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Uno scorcio di Procida | Foto by Nati via Unsplash

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