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A spasso nel Garda Trentino sulle orme di Goethe e Kafka

di Paolo Ribichini

Lentezza e autunno. Nel Garda Trentino, la stagione dai colori di fuoco, la stagione dei primi freddi e delle giornate più corte è sinonimo di turismo lento. Le località turistiche, meno affollate, ritrovano la loro autentica tranquillità e si offrono ai visitatori con un volto diverso: l’atmosfera è più rilassata ed è più facile entrare in contatto con la popolazione locale. L’autunno è il momento per apprezzare la calma dei luoghi del Garda Trentino: meta prediletta dagli amanti della vita attiva, conserva anche centri e borghi storici, castelli e fortezze, musei e mercati contadini, che lo rendono un’insolita e sorprendente meta culturale.

Questi “testimoni” preziosi del passato del Garda Trentino non sono gli unici a essere stati celebrati dai viaggiatori di ogni epoca. Grazie alle sue bellezze paesaggistiche, che alternano panorami alpini e mediterranei, e al clima mite, dovuto agli influssi del lago, le sponde a nord del Lago di Garda sono state nei secoli il fulcro di un fervido scambio culturale. In particolare dalla fine del Settecento erano meta della nobiltà mitteleuropea e ancor più nel secolo successivo sono diventate ispirazioni per pittori, scrittori e poeti che qui, davanti alla bellezza della natura, realizzavano le loro opere.

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Foto di Volker da Pixabay

Sulle tracce di Goethe

Il poeta Goethe, arrivato a Torbole nel 1786, è rimasto colpito dagli scorci di questo pittoresco porticciolo di case variopinte e dai suoi venti, da lui stesso descritti come uno spettacolo incantevole e suggestivo. Questi luoghi lo hanno affascinato a tal punto da riportarla nel “Viaggio in Italia”. Per celebrare la presenza del poeta sul territorio, una passeggiata segue la strada da lui percorsa sul finire del Settecento, che collega Nago a Torbole. La lunghezza totale del percorso è di 2 chilometri, per una durata di circa 40 minuti: un ottimo modo per godersi la bellezza del paesaggio e scoprire passo dopo passo le varie citazioni del poeta, presenti lungo tutto il cammino.

Dove i fratelli Mann conobbero la cultura italiana

I fratelli Heinrich e Thomas Mann sono arrivati  a Riva del Garda per motivi di salute ma che ben presto scoprirono la cultura e l’arte italiane. Durante le sue visite, ben 20 volte a partire dal 1893, Heinrich compose diverse opere, come “Fanciulle”, “Eroine”, “Piccole Città”, ambientate proprio nella cornice del Lago di Garda. Qualche anno dopo, anche il fratello Thomas Mann ha scritto qui parte di uno dei suoi capolavori, “Tonio Kroger”, e ha visitato più volte la Cascata del Varone, rimanendone profondamente impressionato. Sul suo taccuino ha riportato le sensazioni provate, che ha restituitoì in uno dei suoi romanzi più famosi, “La Montagna Incantata”.

Nei luoghi di Kafka

Il fascino della Cascata del Varone ha conquistato perfino Franz Kafka che, dopo una vacanza a Riva del Garda nel 1909, ha ambientato proprio qui il racconto “Il cacciatore Gracco”. Il cuore di Riva del Garda batte ancora oggi sotto la Torre Apponale, che domina dall’alto il vecchio porto della cittadina. Fin dal Medioevo transitava ogni tipo di merce, e nei portici affacciati su Piazza III Novembre si susseguivano banchi di cambio, spedizionieri, botteghe di mercanti e diverse locande. Oggi gli stessi spazi ospitano negozi e locali tra cui passeggiare e l’aperitivo in piazza è uno dei riti irrinunciabili della cittadina.

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Foto di Tommy da Pixabay

Arco, la cittadina dall’aria salubre

Rainer Maria Rilke, scrittore e drammaturgo austriaco di origine boema, considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo, ha soggiornato diverse volte tra il 1897 e il 1901 ad Arco. Questa location ha ispirato le sue opere giovanili. Una passeggiata letteraria ai piedi del castello di Arco tocca i diversi luoghi che lo interessarono e che sono menzionati nella sua corrispondenza con l’amica Nora Goudstikker, fra questi l’Eremo di San Paolo, da non perdere, situato lungo la stradina che da Prabi porta a Ceniga. Una passeggiata dal centro di Arco a Varignano riporta invece sui passi di un artista: il pittore Albrecht Dürer che, incantato da questi luoghi, ha dipinto l’acquerello “Venediger Klausen”, oggi esposto al Louvre di Parigi. Dürer ha visitato  la cittadina gardesana di ritorno dal suo primo viaggio in Italia sul finire del ‘400. Il percorso della Dürer Promenade segue l’ipotetico tragitto del pittore di Norimberga attraverso l’olivaia di Arco verso i luoghi da cui dipinse con dettagli fotografici le rocce della rupe, il borgo fortificato e il colore argenteo delle foglie d’ulivo. Il sentiero è accompagnato da alcuni testi di scrittori italiani dell’epoca, che lasciano immaginare lo stupore con cui il viaggiatore del nord Europa osservava per la prima volta un paese dal paesaggio e dall’atmosfera mediterranei.

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