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Tricase, dove un porto e una quercia raccontano la storia del Salento

di Paolo Ribichini
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Crocevia di popoli, luogo di incontri e di scontri, di commerci e di guerre. Il Salento di Levante è una terra di confine dove si sono susseguiti i greci, i romani, e i bizantini. Ma poi da est sono arrivati i turchi, mentre le coste sono state bersagliate per secoli dalle scorrerie dei corsari. È la terra che ospita Otranto con le sue fortificazioni e Santa Maria di Leuca. E tra le due realtà conosciute oggi anche e soprattutto per il turismo, c’è il borgo di Tricase. Il suo territorio è caratterizzato da una quercia millenaria originaria dei Balcani, da fortificazioni e torri, ma anche da un piccolo porto fondato dai greci dove oggi si conservano le antiche tradizioni marinare. È l’altro Salento, lontano dal turismo di massa.

Tricase, una città “di confine”

Tra le Serre Salentine sorge il borgo di Tricase. La nascita del suo nome è piuttosto banale: descrive la sua nascita data dall’unione di tre casali che divennero il primo nucleo dell’abitato. Tricase è un vero e proprio “tesoro” diffuso di arte, cultura e tradizioni. Nel suo piccolo centro storico troverai diversi edifici tipicamente salentini, dall’importante valore storico e architettonico come la Chiesa madre della Natività della Beata Vergine Maria, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di San Michele Arcangelo, la Chiesa della Madonna di Costantinopoli, La Chiesa e il convento dei Cappuccini. Altri importanti edifici religiosi si trovano nelle campagne, come l’Abbazia di Santa Maria del Mito e la Cappella della Madonna di Loreto. Troverai anche testimonianze di architetture militari, come i cinque castelli (tra questi Palazzo Gallone del XV secolo, sede oggi della municipalità) e le tre torri marine.

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Centro storico di Tricase | Foto di Paolo Ribichini

Quando un porto si trasforma in un museo

Se visiti Tricase o sei solo di passaggio in questo territorio non puoi non visitare il Porto di Tricase che negli ultimi anni è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto dove vengono conservate le tradizioni marinare del Salento del Levante. Nota bene: non è un museo in un porto ma un porto che si fa museo. Tricase Porto è così diventato il luogo ideale per chi cerca nel viaggio il contatto con la cultura del luogo e con le sue tradizioni, un posto dove vivere esperienze autentiche e diverse dal solito. Nell’area portuale troverai il Centro Culturale Permanente sulle Antiche Tradizioni del Mare, fondato e gestito dall’associazione Magna Grecia Mare dal 2006, insieme al Museo delle Barche Tradizionali e alla Scuola di Vela Tarda e Antica Marineria. Non perderti poi una passeggiata lungo la banchina dove potrai ammirare la piccola flotta di barche da pesca storiche, tutte a vela, del Museo dell’Arte del Mare e delle Barche Tradizionali. Ma non sono solo lì per essere fotografate. Infatti, in occasione di alcuni laboratori didattici, potrai salire a bordo e scoprire i segreti della pesca di un tempo. Inoltre, sempre nel porto di Tricase puoi vivere l’esperienza dell’ittiturismo, cioè potrai uscire con i pescatori e partecipare a una battuta di pesca.

Tra ceramiche e ricamo

Il borgo di Tricase ha una forte tradizione ceramistica. Grazie al terreno argilloso, nei secoli si sviluppata la produzione artigianale di ceramiche decorate. Ancora oggi alcune botteghe conservano l’antica tradizione. Tra queste il laboratorio di Ceramiche Branca, fondato qualche decennio fa da Agostino Branca, ceramista tra i più apprezzati nel panorama salentino e nazionale. Si trova nel centro storico, in via Tempio. Qui puoi partecipare ad alcuni workshop nei quali Agostino spiega le tecniche del ceramista e fa toccare letteralmente con mano ogni fase della produzione. Sempre nel centro si trovano alcuni showroom e atelier che propongono ai visitatori esperienze di laboratorio sulla tessitura d’arte, grazie all’impegno di alcuni giovani che mantengono salda la tradizione della tessitura e del ricamo nel Salento di Levante.

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L’ingresso di una masseria nei pressi di Tricase | Foto di Paolo Ribichini

Querce d’oriente tra muretti a secco

Fuori dal borgo le campagne sono attraversate dai tipici muretti a secco, ma troverai anche “lamie” e “pajare” come ripari temporanei, pozzi, cisterne per l’acqua ed edicole. Troverai anche foreste di querce vallonee, originarie dei Balcani e presenti in Europa occidentale solo in questo angolo di Salento. Furono probabilmente i monaci basilisti, in fuga da oriente più di un millennio fa, a trasportare le ghiande, usate un tempo per fare il pane. Tra questi alberi puoi ammirare la cosiddetta Quercia dei Cento Cavalieri che ha almeno 700 anni con il tronco che misura più di 4 metri di diametro e una chioma che copre una superficie di circa settecento metri quadrati. Si dice che Federico II con i suoi 100 cavalieri trovò riparo da una tempesta sotto la sua ampia chioma. Questo enorme albero si trova in un triangolo di terreno recintato tra le due carreggiate della provinciale 78, a metà strada tra Tricase e il mare.

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