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Dall’Alto Adige al Cadore,
8 musei che raccontano la montagna

di Paolo Ribichini

La montagna. Luogo di pace e di guerra. Di sfide incredibili verso la cima e di relax nelle sue valli. Di prati verdi e spigoli di roccia. Di genti silenziose e fiere, di sguardi gentili e di leggende. Per tutto questo non basta un museo per raccontare la montagna. Ne si può scorgere un aspetto, come in una fotografia. Te ne proponiamo otto, tra i più belli, tra Alto Adige e Cadore, da scoprire con calma quest’estate tra una passeggiata nel verde o dopo una piccola o grande avventura in quota.

Il sogno di Messner

Tra Alto Adige e Cadore, il grande alpinista Reinhold Messner ha realizzato negli anni sei musei. Sei modi diversi di raccontare la montagna, i suoi volti, i suoi eroi.

1. Il Corones: l’idea di Messner, il disegno di Hadid

Tra i sei musei realizzati da Messner, il più affascinante è certamente il “Corones”, edificio disegnato dall’architetto irachena Zaha Hadid e costruito a 2.300 metri d’altitudine, in cima al Plan de Corones nel punto d’incontro tra val Badia, Valdaora e val Pusteria nei pressi della città di Brunico. La struttura guarda alla montagna e allo stesso tempo ne fa parte come un cannocchiale appoggiato alla roccia. Dal suo balcone e dalle sue vetrate, lo sguardo spazia in tutte e quattro le direzioni cardinali, anche oltre i confini provinciali, dalle Dolomiti di Lienz a est fino all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud fino alle Alpi della Zillertal a nord. I visitatori, una volta entrati, scendono all’interno della montagna attraverso un sistema di scalinate enfatizzate da tagli di luce nelle pareti di calcestruzzo. Il museo racconta l’alpinismo tradizionale.

Corones museo
Il Museo “Corones”, sulla cima del Plan de Corones (Brunico) | Foto: Paolo Ribichini)

2. Il Ripa, il piccolo Tibet delle Dolomiti

Il Museo Ripa si trova vicino al Corones, ma a valle, nella splendida cornice del Castello medievale di Brunico. Qui le Alpi incontrano il Tibet. Infatti, il “Ripa”, che in lingua tibetana significa “uomo-montagna”, è dedicato a tutti i popoli che vivono la montagna da millenni. Tra il 2009 e il 2011 il castello è stato sottoposto a lavori di recupero e adattamento. Le nuove strutture realizzate non hanno modificato l’aspetto del castello anche grazie all’uso di materiali visivamente poco impattanti come il legno grigio chiaro, vetro e acciaio.

3. Il Dolomites, nel forte della Grande Guerra

Il Museo “Dolomites” sul Monte Rite (2181 m), nel cuore delle Dolomiti tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo, nasce all’interno di un forte della Grande Guerra. Dal 2002 il forte, al termine di un restauro durato quattro anni, ospita il “Dolomites”. Dalla struttura si gode di una vista panoramica a 360° sulle vette dolomitiche più spettacolari: Monte Schiara, Monte Agnèr, Monte Civetta, Marmolata, Monte Pelmo, Tofana di Rozes, Sorapis, Antelao, Marmarole. Non a caso, quindi, questo museo affronta il tema della roccia. Narra la storia dello sviluppo delle Dolomiti, oggi Patrimonio Unesco, attraverso il lavoro di ricercatori e alpinisti.

Rite museo montagna
Il museo di Messner sul Monte Rite, dettaglio | Foto: kallerna, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

4. Firmian, il museo nella fortezza longobarda

Vicino a Bolzano, altro suggestivo museo di Messner è il “Firmian”, realizzato all’interno di Castel Sigmundskron, alla confluenza dei fiumi Adige e Isarco. Fu antica fortezza di frontiera longobarda e poi, dal 1027, fu sede dell’amministrazione dei principi-vescovi di Trento. Simbolo dell’autonomia dell’Alto Adige. Il tema di questo museo è l’eterno conflitto uomo-montagna. L’ampio complesso offre un percorso attraverso sentieri, scale e torri che conducono i visitatori dalle profondità delle montagne e dal loro sfruttamento ad opera dell’uomo, al significato religioso delle vette come guida e ponte verso l’aldilà, anche attraverso la storia dell’alpinismo.

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Castel Juval, museo e casa di Reinhold Messner | Foto di F Delventhal, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

5. Juval, nel castello di Messner

Arroccato su un’altura nella splendida val Venosta, il castello medievale Juval ospita l’omonimo museo e la casa di Reinhold Messner. È dedicato al mito della montagna. Qui è conservata la vasta biblioteca di avventure di Messner, la collezione dei cimeli del Tibet, oltre a una galleria di immagini delle montagne sacre del mondo.

6. Otler, il museo sotto terra

L’ultimo dei musei realizzati di Messner è l’“Ortles”, dedicato al tema del ghiaccio e allestito in una moderna struttura sotterranea, nei pressi di Solda, a 1.900 metri di quota. Con l’architetto venostano Arnold Gapp, Messner ha realizzato un museo unico. La luce naturale entra dall’alto attraverso un taglio sul soffitto, come il crepaccio di un ghiacciaio. Entrerai letteralmente nella montagna, potrai capire cosa sono le montagne di ghiaccio, dell’Artico e dell’Antartico, del potere delle valanghe e dello sforzo degli artisti per rappresentare il ghiaccio.

7. La montagna in una foto

A 100 metri dal museo di Messner, in cima al Plan de Corones, c’è un altro museo in quota. È il Lumen, museo dedicato alla fotografia di montagna. È stato concepito per offrire ai suoi visitatori un’esperienza culturale unica e innovativa attraverso il mondo della fotografia, della montagna e dell’arte culinaria. Le grandi finestre sulle montagne diventano parte stessa dell’esposizione. Il Museo unisce ad alta quota mostre, eventi e cucina alpina, ripercorrendo la storia dell’arte fotografica dalle origini all’era contemporanea. È stato realizzato all’interno dell’edificio della vecchia funivia in disuso. Accanto è stato realizzato un ristorante che si proietta, con magnifiche vetrate, verso le montagne circostanti.

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Sala del Diaframma, Museo LUMEN | Foto di Jürgen Eheim

8. La cultura ladina

A Ortisei troverai il Museum Gherdëina, dedicato alla cultura ladina. Decisamente più tradizionale rispetto ai precedenti, è stato inaugurato nel 1960, con sede nella Cësa di Ladins. Copre un periodo storico piuttosto ampio, dalla formazione delle Dolomiti oltre 200 milioni di anni fa fino alla documentazione artistica dell’alpinista e cineasta gardenese Luis Trenker. L’esposizione è una testimonianza ricca e completa della storia e della cultura della valle, anche attraverso la sua collezione di giocattoli in legno e di sculture d’ordine sacro e profano dell’arte gardenese dell’intaglio.

I musei di Messner e il Lumen, dopo una lunga chiusura legata all'emergenza Covid-19, riapriranno al pubblico il prossimo fine settimana. Il Lumen riaprirà stabilmente dal 9 giugno.

Foto di copertina: Lumen Museum (©manuelkottersteger.com)

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